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CRAB- Consorzio Ricerche Applicate alla Bietconologia
18/12/2014
Riflessioni
Oggi si discute molto, forse in maniera eccessiva, di un iphone 6 regalato dal Comune di Avezzano allo staff del Sindaco, ma per nulla della attuale situazione al CRAB.
Mi giungono voci di una decisione clamorosa assunta la scorsa settimana secondo cui l'ente è stato messo in liquidazione. Sembra per l'azione combinata (casuale?) della direttrice dell'ente, attraverso una istanza di emolumenti non pagati presentata in giornata, e del vice sindaco del Comune di Avezzano: il risultato è stato l'abbattimento del capitale sociale nella stessa giornata, con la conseguente messa in liquidazione della società.
Sicuramente ho delle informazioni incomplete ma non capisco l'obiettivo delle azioni dei proponenti. Il CRAB è un ente di eccellenza di ricerca, uno dei pochissimi in Abruzzo, da oltre 5 mesi non paga le retribuzioni dei ricercatori e le prospettive sono negative, anche a fronte dei comportamenti assunti dai soci, tutti di provenienza pubblica, e dalla Regione Abruzzo. In buona sostanza "il pubblico" si disinteressa di un importante ente per il territorio e il Comune di Avezzano asseconda il disinteresse, favorendone la messa in liquidazione.
Mi chiedo ancora: qual è l'obiettivo? Forse la governance non omogenea politicamente al Comune e alla Regione? Bene, allora si cambi il presidente. Ma rimane il problema di merito: quale ruolo per l'ente nel territorio e in Abruzzo? La messa in liquidazione ne favorisce il rilancio? E le competenze e le professionalità dei ricercatori come verranno utilizzate ricercatori? E ancora i progetti di ricerca in corso che fine faranno?
Secondo me sarebbe più utile al territorio avviare una azione congiunta di Comune, di Regione e degli altri soci pubblici per contribuire alla costruzione di una legge regionale che preveda un ruolo strategico degli enti di ricerca, in grado di aiutare la ripresa dello sviluppo economico, ammodernando tutta la rete industriale, e non solo, dell'intera regione.
Ma la messa in liquidazione mi sembra una scelta incomprensibile, frutto forse di disperazione politica.
Marioa Casale