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Valeria Gallese,24 dicembre su Rai 3 nella trasmissione Geo.
23/12/2020
testo di Valeria Gallese
bibliografia e selezione foto di Augusto Di Bastiano
Ho chiesto a Valeria, che conosco da sempre essendo amico da sempre di Pietro suo padre, racconta la tua storia agli amici del Centro Giuridico del Cittadino, detto e fatto, alcuni giorni fa l'ha inviata e ve la propongo. Per chi vuol sapere di più su Valeria e su AquiLANA il marchio di lana abruzzese da lei creato ho allegato una breve bibliografia, e per chi la vuole ascoltare il 24 dicembre sarà su Rai 3 nella trasmissione GEO.
Sono nata ad Avezzano, nella Marsica, la piana del Fucino, dove contadini prima, imprenditori moderni adesso hanno sempre coltivato la terra... Ho studiato Medicina Veterinaria a Teramo e durante il mio percorso di studi mi sono appassionata alla gestione genetica delle produzioni zootecniche. In Abruzzo allevamento significa soprattutto "pecore" che sono gli animali presenti in numero maggiore nella nostra regione. Tra le varie produzioni degli ovini, latte lana e carne, mi sono perdutamente innamorata della lana e l'ho seguita non solo sui libri, ma anche spostandomi verso quei territori dove storicamente la lana pregiata è sempre stata prodotta. Così nel 2007 sono arrivata sul Gran Sasso ed ho assistito alla tosatura di un gregge per la prima volta nella mia vita. Ho iniziato un percorso faticoso per identificare le criticità non solo nella produzione, ma anche nella raccolta di questa fibra e non mi sono fermata solo al prodotto, ma all'animale che lo produce e alle aziende che allevano e le famiglie che vivono di questo mestiere così antico, la pastorizia. Il mercato della lana italiana ha perso vigore da tempo per una serie di motivi e il disinteresse nei confronti di questa materia prima è evidente non solo nei prezzi che questi allevatori riescono ad ottenere con la vendita, ma anche con le modalità di raccolta. Per cui per rispettare il benessere animale, con moltissimi sforzi dovuti alla diffidenza e al mio essere donna, siamo passati da tosare le pecore legate a libere sorrette solo dalle gambe del tosatore, a non raccogliere immondizie, ma quel bene merceologico che oggi mi permette di parlare di AquiLANA. È nato così il mio marchio che all'inizio raccontava la lana abruzzese, ma adesso si è esteso a tutta la lana della transumanza perché la mia azienda in questi anni è cresciuta garantendo alle famiglie pastorali, non solo abruzzesi, ma anche molisane e pugliesi che partecipano a questa filiera, prezzi equi e soprattutto la restituzione del valore morale al bene primario che le loro pecore producono. La nostra lana italiana è bella, morbida, non punge e soprattutto è buona perché nessuno viene sfruttato in questa filiera, anzi tutti sono valorizzati in termini economici per il lavoro effettuato... una volta raccolta, mediante il processo di accurata selezione, solo i velli migliori vanno a filatura nel biellese, dove viene garantita la tracciabilità del sudicio e il risultato di un filato di prima qualità. Ho aperto una bottega a Santo Stefano di Sessanio, dove la lana torna nelle varie tipologie di filato che tingo a mano con le piante, le radici, i fiori, le foglie. La tintura che amo di più è quella con il nostro vino regionale, il Montepulciano d'Abruzzo e quest'anno abbiamo aggiunto una grande novità: la tintura con gli scarti dello zafferano dell'Aquila dop, realizzata grazie alla collaborazione con le cooperative Oro Rosso e Altopiano di Navelli. Ho sempre pensato che insieme si cresce più forti e cerco nel mio lavoro di applicare sempre questo principio. Opero tra i paesi ricchi di storia del Gran Sasso Aquilano, adoro Castel del Monte, capitale della pastorizia italiana, dove un giorno mi sono trovata persino faccia a faccia con il lupo, animale per cui provo profondo rispetto, abitante di una natura che non ci appartiene e di cui possiamo solo disporre in maniera attenta e generosa. Non ho avuto paura, sono stata risoluta perché ho imparato dai miei cani, i Pastori Abruzzesi, guardiani forgiati da secoli sulle nostre montagne proprio per l'impiego alla difesa del gregge. Il Pastore Abruzzese non cerca lo scontro con il lupo, stabilisce il suo territorio e caccia via il lupo convincendolo ad abbandonare i suoi propositi. Ed io ho fatto così: ho aspettato ferma e decisa che il lupo si allontanasse dal luogo dove mi trovavo, e lui è andato via trotterellando dopo avermi mostrato i suoi denti che a me sono sembrati un sorriso, ma naturalmente un sorriso non era.... Adesso vivo a Barisciano, un paese a 16 km dall'Aquila, dove la mia famiglia con non poche difficoltà e qualche rinuncia che dipende dallo spopolamento dei paesi montani, cresce però serenamente, e per questa libertà nessun prezzo è troppo alto da pagare. Guardando al futuro il progetto è di operare al più presto anche nella Marsica. Potete seguirmi il 24 dicembre su Rai 3 nella trasmissione Geo!
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